Preparazione al prelievo

 

È importante che il genitore non racconti bugie, anche se a fin di bene, altrimenti il bambino comincia a non fidarsi. È meglio avvertirlo che probabilmente sentirà una specie di piccolo pizzicotto o una punturina di zanzara. Occorre prestare attenzione alla scelta delle parole e ricorrere ad espressioni che il bambino conosce, evitando le formulazioni negative, poiché il nostro cervello non registra la parola “no”. Invece che dirgli: ”Non pensare al dolore” è meglio invitarlo a immaginare ciò che il genitore sa che al bambino fa piacere.

 

Se il vostro bambino ha meno di 3 anni è meglio avvertirlo solo due o tre giorni prima. È importante dirgli che andrà in laboratorio con la mamma, il papà o un’altra persona da lui conosciuta e ripetere le spiegazioni più volte per rassicurarlo.

 

Se il vostro bambino ha tra 4 e 10 anni, la spiegazione semplice e veritiera potrà essere data una settimana prima per permettergli di riflettere e fare domande. 

Dire sempre la verità in modo appropriato aiuta i bambini ad affrontare le difficoltà.

 

Se i genitori sono i primi ad agitarsi per il prelievo, il bambino percepirà l’eccezionalità della situazione e la vivrà probabilmente in maniera conflittuale.

 

Chiedere sempre se e quale giocattolo vuole portare con se in laboratorio.

 

 

Dopo il prelievo

 

Dopo il prelievo è importante coccolare il bambino anche se è già grandicello, perché in questi momenti i bambini hanno bisogno di tornare un “po’ piccolini” e di essere coccolati.

 

Funziona sempre il bacio sulla ferita e, dopo pochi minuti, basterà dirgli «ecco, vedi, sta già guarendo» ed il bimbo tornerà a sorridere.


Per approfondire: cosa consiglia l'ospedale pediatrico Bambin Gesù

Ai genitori

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Ai bambini

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